Questa Guida ha l’obiettivo di far conoscere quali tutele e
servizi INPS può offrire alle donne vittime di stalking,
violenza e altri abusi. Si rivolge a tutte le donne inserite o
meno nel mercato del lavoro, sposate o libere, con figli o
senza, che abbiano già denunciato o meno al numero
verde 1522 questi atti per essere poste sotto la tutela dei
Centri Antiviolenza.

Promuovere il cambiamento culturale e la consapevolezza

Sensibilizzare e diffondere la cultura del rispetto tra gli utenti e suscitare nella
donna che subisce violenze la consapevolezza di essere vittima e il coraggio di
scegliere di uscire dalla condizione di soggezione è il primo passo, forse il più
difficile.

Per sostenere questo cambiamento di cultura, Direzioni regionali dell’Istituto,
come ad esempio Emilia-Romagna, Molise e Umbria, hanno aderito alla
campagna social, virale e gratuita Posto occupato, partita nel 2013 da
Messina, per iniziativa di Maria Andaloro. “Un posto lasciato “vuoto” per riempire le
coscienze di consapevolezza: la violenza sulle donne è un problema culturale ed una
responsabilità sociale, che riguarda tutti.
L’obiettivo è mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno della
violenza di genere. Non si contano le donne che ogni giorno subiscono violenza fisica
e psicologica, ma anche economica, sessuale e religiosa; tante quelle perseguitate;
troppe quelle assassinate!
Leggiamo le loro storie nelle pagine di cronaca e soffriamo, ci indigniamo, ma poi
dimentichiamo. Forse perché, in fondo, sono storie di donne lontane da noi.”
Ogni persona che accede alla sala d’attesa dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico
delle Sedi INPS delle Direzioni regionali che hanno aderito all’iniziativa vede il
pannello della campagna esposto. La locandina con la medesima immagine
occupa lo schienale di una delle sedie della sala d’attesa presso gli sportelli della Sede INPS, così da essere
notata. Preservando idealmente il posto al quale le vittime avrebbero avuto
diritto, come tutti gli altri cittadini che si recano presso gli sportelli INPS, la
locandina rammenta la drammatica emergenza della violenza sulle donne, anche
nell’intento di risvegliare la consapevolezza di tutti i cittadini che si recano al
front office e in particolare delle donne che dovessero riconoscersi nella
condizione di inconsapevoli o vittime di violenza.
“Quel posto sarà riservato per sempre ad una donna che avrebbe voluto, potuto
e dovuto essere lì: sarà un segno, un monito silenzioso, voce per chi non ha più
voce, che suggerisce a tutti di NON sottovalutare MAI i segnali della violenza e
non voltarsi mai dall’altra parte!”
Nello stesso spirito, l’Istituto ha dedicato alcune sale riunioni interne alla
memoria di quattro colleghe INPS che hanno perso la vita uccise da un atto di
violenza maschile: Marisa Della Rocca (in servizio a Cagliari), Daniela Nenni (in
servizio a Roma), Rosanna Belvisi (in servizio a Milano) e Eleonora Manta (in
servizio a Brindisi)

Sostegno nella Denuncia

Incoraggiare e orientare la donna che subisca atti di violenza e stalking a
chiedere aiuto.

Quando una donna si sente minacciata e diviene consapevole del pericolo può
chiamare il Numero Verde 1522, attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno,
gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, trovando un’accoglienza disponibile
nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.
Presso gli Uffici Relazioni con il Pubblico delle Sedi INPS viene regolarmente
esposto anche il Numero Verde 1522 di pubblica utilità per il sostegno alle
vittime di violenza e di stalking per ricordare alle donne che vivono queste
situazioni che non sono sole (tutte le amministrazioni di cui all’art. 1, comma
2, del decreto legislativo n. 165/2001 devono esporre il numero verde, in modo
visibile al pubblico, nei locali dove si erogano servizi diretti all’utenza come
previsto dal DPCM del 30 ottobre 2020).
Il servizio pubblico Numero Verde 1522, promosso dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità e gestito da
Differenza Donna Ong, mira ad incoraggiare le donne a rivolgersi ai Centri
Antiviolenza attivati nell’ambito del progetto del Ministero dell’Interno, Rete
Nazionale Antiviolenza a sostegno delle donne vittime di violenza.

Astensione dal lavoro (Congedo e Indennità)

Facilitare l’avvio del percorso di protezione.

La donna inserita nei percorsi di protezione, relativi alla violenza di genere,
certificati dai servizi sociali del comune di appartenenza, dai centri antiviolenza
o dalle Case Rifugio, può avvalersi di un’astensione dal lavoro per un periodo
massimo di 90 giorni entro tre anni dalla data di inizio del percorso di
protezione.
Possono richiedere l’astensione dal lavoro, in modalità giornaliera o oraria, le
seguenti categorie:
 Lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato;
 Apprendiste, operaie, impiegate e dirigenti;
 Lavoratrici agricole a tempo indeterminato o determinato;
 Lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari;
 Lavoratrici autonome;
 Lavoratrici iscritte alla Gestione Separata INPS
Per le giornate di congedo, inoltre, la lavoratrice ha diritto a percepire una
Indennità giornaliera, pari al 100% dell’ultima retribuzione.
Per le iscritte alla Gestione Separata è riconosciuto solo il diritto alla
sospensione del rapporto di collaborazione.
La domanda di congedo indennizzato per donne vittime di violenza di
genere può essere presentata online all’INPS, attraverso il servizio Congedo
indennizzato per le vittime di violenza di genere.
La lavoratrice dipendente del settore pubblico, può presentare la domanda di
congedo indennizzato all’amministrazione di appartenenza anche avvalendosi
della collaborazione della figura del Consigliere di Fiducia dell’amministrazione,
se presente, oppure della Consigliera di Parità della provincia di residenza.

Guida in 8 passi per donne vittime di violenza | Suggerimenti di navigazione e uso del portale INPS

ISEE per il diritto alle prestazioni a sostegno della genitorialità e del reddito

Garantire il diritto ad accedere a prestazioni INPS a sostegno della genitorialità
e del reddito basate sulla certificazione ISEE.

Le donne inserite nei programmi di protezione dei Centri antiviolenza possono
richiedere l’ISEE che non comprenda il reddito dell’altro genitore, nei casi in
cui questi sia escluso dalla potestà genitoriale sui figli o sia soggetto a
provvedimento di allontanamento dalla residenza familiare, oppure se sia stata
accertata dalle Amministrazioni competenti (Autorità Giudiziaria, Servizi Sociali)
l’estraneità del genitore in termini di rapporti affettivi ed economici.
L’ISEE può essere richiesto attraverso il Portale Unico ISEE.
La donna può ottenere l’Assegno unico e universale per ogni figlio a carico fino
al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti
di età per i figli disabili. L’importo spettante varia in relazione alla condizione
economica del nucleo familiare sulla base dell’ISEE, valido al momento della
domanda e viene garantito in misura minima anche in assenza di ISEE.
Sul sito internet www.inps.it è disponibile un simulatore per il calcolo
indicativo dell’importo dell’Assegno unico.

Beni ereditari

Tutelare i figli, in caso di femminicidio. INPS non esige i crediti/debiti vantati
dall’Istituto in capo al genitore uxoricida.

Con la circolare n. 109 del 15/07/2021 l’Istituto, in applicazione della legge n.
160 del 27/12/2019 dispone istruzioni in materia di recupero crediti, vantati
nei confronti dell’autore di un delitto di omicidio del coniuge, anche legalmente
separato o dell’altra parte dell’unione civile o della persona stabilmente
convivente o legata da relazione affettiva.
In questi casi l’Istituto non considera crediti in capo all’omicida imputabili ai beni

ereditari trasmessi ai figli minori oppure maggiorenni non economicamente
autosufficienti, nati dalle predette relazioni, purché estranei alla condotta
delittuosa. I crediti considerati sono compresi o pendenti nell’arco temporale,
riferito al triennio 2020-2022. Nella tipologia dei crediti individuati sono
ricompresi gli importi dovuti per prestazioni pensionistiche di accertata inabilità o
invalidità, indennità di malattia e prestazioni assistenziali erogate agli invalidi civili.

Reddito di libertà

Fornire un supporto economico alla donna vittima di violenza.

Il Reddito di Libertà è una prestazione volta a favorire, attraverso l’indipendenza
economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di
violenza in condizione di povertà. La donna sola o con figli minori, inserita in un
percorso di tutela, seguita dai Centri Antiviolenza, riconosciuti dalle Regioni e dai
servizi sociali, potrà richiedere un contributo economico fino a un massimo di
400 euro mensili, concesso in un’unica soluzione, per 12 mensilità. Il Reddito di
libertà è finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare
l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il
percorso scolastico e formativo dei figli/delle figlie minori ed è compatibile con
altri strumenti di sostegno. La domanda di Reddito di Libertà può essere
presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante
legale o un delegato, al Comune di residenza, che la inserirà contestualmente sul
portale www.inps.it, secondo le modalità descritte nella Circolare Inps n. 166
dell’8 novembre 2021.
Per la regolare trasmissione della domanda, sarà necessaria l’attestazione della
condizione di bisogno ordinario o straordinario e urgente, rilasciata dal servizio
sociale professionale di riferimento territoriale e la dichiarazione che attesta il
percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, prodotta dal
legale rappresentante del Centro Antiviolenza.

Ospitalità nelle strutture sociali

Ai figli e agli orfani di donne poste sotto la tutela dei Centri Antiviolenza l’Inps
offre accoglienza e sostegno, prevedendo priorità per l’ospitalità nelle strutture
sociali.

Tra le strutture sociali INPS, alcune sono destinati ai giovani dalla scuola
primaria all’università, i quali posso fruire non solo dell’ospitalità ma anche di
prestazioni educative per la loro crescita armoniosa in una dimensione di
socialità comunitaria.
Per maggiori informazioni puoi consultare la scheda servizio Ammissione nelle
strutture sociali in favore di figli o orfani di iscritti alla Gestione Unitaria
delle prestazioni creditizie e sociali e di pensionati utenti della Gestione
Dipendenti Pubblici sul sito istituzionale www.inps.it.

Assegno di Inclusione

Misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale
delle fasce deboli, attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di
formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro, istituita a decorrere dal 1°
gennaio 2024.

L’Assegno di Inclusione (ADI) è riconosciuto, a richiesta di uno dei componenti
del nucleo familiare, a garanzia delle necessità di inclusione dei nuclei familiari
con componenti con disabilità, nonché dei componenti minorenni o con almeno
sessant’anni di età, ovvero dei componenti in condizione di svantaggio e
inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari
territoriali certificati dalla pubblica amministrazione.
Tra i soggetti in condizione di svantaggio rientrano anche le persone vittime di
violenza di genere in carico ai servizi sociali o sociosanitari, in presenza di un
provvedimento dell’Autorità Giudiziaria ovvero dell’inserimento nei centri
antiviolenza o nelle case rifugio.
La misura prevede un sostegno economico e di inclusione sociale e
professionale, condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso
personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.

I componenti dei nuclei familiari inseriti in percorsi di protezione relativi alla
violenza di genere e le donne vittime di violenza, con o senza figli, prese in
carico da centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni o dai servizi sociali,
possono accedere al beneficio senza gli obblighi di attivazione lavorativa previsti
dalla norma.
Le donne inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere
possono comunque richiedere l’adesione volontaria a un percorso
personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo o all’inclusione
sociale.

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